La procrastinazione è l’atto di rimandare un’azione quando non è necessario. Tipo quando decidi di cucinare per la settimana e poi ti ritrovi su Pinterest alla ricerca di ricette che non farai mai, ben sapendo che dovresti alzarti e andare in cucina.
Procrastinare ti fa sentire stupida: non solo sei consapevole che stai evitando di fare qualcosa, ma anche che evitare di farla è proprio una pessima idea; eppure lo fai lo stesso. Razionalmente sai che non ha molto senso fare qualcosa che avrà conseguenze negative, ma, di nuovo, lo fai lo stesso.
Sicuramente è capitato anche a te, e sicuramente hai dato la colpa alla tua scarsa forza di volontà, ma i motivi per cui procrastiniamo sono più complessi di così. Ci sono vari motivi per cui sei portata a rimandare anche cose importanti, e oggi ne vediamo alcuni.
Indice
1 – Preferisci la gratificazione istantanea
In generale, abbiamo la tendenza a procrastinare perché ci sembra che la ricompensa per i nostri sforzi arriverà troppo in là nel tempo. Ecco perché spesso è difficile sostenere obiettivi come mangiare più sano: se devi scegliere tra mangiare delle patatine fritte, o mangiare un piatto di riso integrale, è chiaro che la soddisfazione immediata che ti danno le patatine fritte vince sul ritorno in termini di salute che il riso integrale ti dà a medio termine.
Tim Urban, autore del blog Wait but why, spiega ai non procrastinatori, in modo molto divertente, come funziona il cervello di chi, come te, tende a procrastinare. C’è un suo interessante video che parla proprio di come la mente gestisce la gratificazione istantanea, puoi vederlo a questo link.
Quello che succede, è che la tua parte razionale sa perfettamente cosa dovrebbe fare per raggiungere un obiettivo: è quella che si mette lì e fa un piano perfetto, fatto di orari, di compiti, di attività, di crocette da mettere e di soddisfazioni a fine giornata. Però poi subentra la parte che cede alla gratificazione istantanea, ed ecco che inizia la procrastinazione. Lunedì inizi la dieta, ma adesso mangi ancora una pizza. Da domani vai in palestra, ma adesso guardi ancora una puntata su Netflix: sai benissimo che sono cose che potresti fare subito, ma non le fai perché è più piacevole la sensazione della ricompensa immediata, che è quella più tangibile perché è legata al momento presente.
Esiste un fenomeno che si chiama “svalutazione temporale”, che dice che le persone tendono a dare meno valore a una ricompensa se questa è spostata in là nel futuro. Alcune persone preferiscono ricompense piccole ma immediate rispetto a ricompense più grandi ma più lontane nel tempo: per esempio, se ti chiedessero se preferisci 90 € adesso o 120 € tra 9 mesi, cosa preferiresti?
Questo vuol dire che, se tendi a procrastinare, magari l’attesa per la tua ricompensa è troppo grande (e quindi è meglio suddividere gli obiettivi), oppure è la ricompensa a non essere grande abbastanza perché valga la pena aspettare.
2 – Sei una perfezionista
Il perfezionismo può essere descritto come la tendenza a rifiutare qualsiasi imperfezione.
In pratica, tradotto nella vita quotidiana, è la pretesa che tutto fili liscio, che le nostre aspettative (ovviamente fuori dalla realtà) siano soddisfatte in modo che nessuno, ma proprio nessuno, abbia qualche appiglio per poterci criticare. A forza di ricercare la perfezione, finiamo per non iniziare e non concludere niente.
Il meccanismo che ci sta dietro può essere riassunto così:
- Devo fare tutto perfettamente altrimenti qualcuno (anche io stessa) potrebbe criticarmi
-
Oddio, è impossibile fare tutto perfettamente. Ci rifletto, ci provo, aspetto, temporeggio
-
Aspetto talmente tanto che alla fine non faccio niente. Evviva! Nessuno potrà mai criticarmi!
Questo meccanismo può portare a una forma di procrastinazione non indifferente.
La perfezione non esiste, quindi il fatto di ricercarla e di non passare all’azione ci mette al riparo dal fare e dall’eventualità che quello che facciamo non venga perfetto e sia oggetto di critiche. Quindi rimando all’infinito, così mi proteggo: se non inizio, non può andare male!
3 – I tuoi obiettivi sono astratti
Questo è un rischio molto alto quando si parla di benessere e di come vuoi sentirti. Un obiettivo ha senso quando è misurabile. Non può, ad esempio, essere “voglio essere felice”. Cosa vuol dire essere felice? Magari oggi vuol dire una cosa, ma tra tre mesi un’altra. Come faccio a stabilire se effettivamente sono più felice e posso quindi passare a un nuovo obiettivo?
Tendiamo a procrastinare quando gli obiettivi sono vaghi. “Mangiare sano” è un obiettivo molto nobile, ma è astratto. Quando? In che modo? Per quanto tempo? Che passi devo fare? Un obiettivo concreto diventa quindi: “inizio a mangiare sano martedì a pranzo, mi porto il pasto preparato a casa ed eviterò la pizza al taglio”. Oppure “faccio dei pasti sani tutti i lunedì, i mercoledì e i venerdì per 3 mesi”. In questo modo gli obiettivi sono più raggiungibili ed è più facile passare all’azione.
In più, sembra che gli obiettivi che vengono percepiti come altamente improbabili siano anche percepiti come vaghi. Questo vuol dire che se pensi che sia poco probabile che raggiungerai il tuo obiettivo, lo vedrai come astratto anche se non lo è: se ti imponi di fare un’ora di yoga tutti i giorni per 3 mesi, ma non hai mai fatto nemmeno mezz’ora alla settimana, per quanto sia misurabile ti sembrerà comunque vago.
4 – Il tuo io futuro è molto lontano dal tuo io presente
A volte le persone procrastinano perché hanno una percezione del loro futuro sé molto diversa da come sono nel presente. Per esempio, puoi rimandare all’infinito il fatto di iniziare a mangiare sano, anche se sai che è importante, perché l’impatto negativo sulla tua salute (legato a una scorretta alimentazione) lo vedresti solo tra qualche anno e lo percepisci come se fosse il problema di qualcun altro (cioè della te del futuro).
Questa disconnessione tra presente e futuro porta a procrastinare in molti modi. Per esempio puoi pensare che la te presente non debba preoccuparsi del futuro, dato che la te futura sarà perfettamente in grado di badare a se stessa.
5 – Ottimismo verso il futuro
Ti è mai successo di rimandare un progetto perché eri ottimista al pensiero che saresti stata in grado tranquillamente di concluderlo in futuro? Questo ottimismo si basa su due fattori:
- Il tempo che hai a disposizione per completare l’attività
- La tua capacità nel completare l’attività
Per esempio, puoi decidere di rimandare l’inizio di un progetto perché pensi che ci sia un sacco di tempo da qua alla deadline. Spesso questo tipo di ottimismo è legato a una sottostima del tempo che effettivamente ci vuole per completare il progetto.
Oppure, puoi decidere di rimandare a domani perché pensi che domani sarai più concentrata e produttiva di oggi (anche se sono mesi che rimandi). In molti casi, questo ottimismo è legato a una sopravvalutazione delle proprie capacità future.
6 – Paura di fallire
Ultima ma non meno importante, spesso ti ritrovi a rimandare per paura di fallire nelle attività che dovresti fare. A volte non inizi nemmeno, altre volte inizi, fai la maggior parte del lavoro, e non concludi.
Se per esempio hai un’idea per un progetto, ma hai paura che non funzionerà, potresti lavorarci su per un tempo indefinito, senza nemmeno presentarlo al pubblico. In genere la paura di fallire aumenta quanto più è importante l’attività da svolgere: quindi le attività più importanti sono quelle che si rimandano di più.
Quando a questo si unisce una bassa autostima, la procrastinazione diventa quasi inevitabile.
La paura del fallimento non è sempre causa di procrastinazione: lo è quando riduce il senso di autonomia, quando le persone pensano di non avere la capacità di portare a termine un compito. Se, invece, si pensa di essere in grado, la paura di fallire diventa una spinta motivazionale.
Conclusioni
Ci sono molti motivi per cui ti ritrovi a rimandare all’infinito, e potresti ritrovarti ad averne più di uno. Capire perché lo fai è già un passo utile, perché ti permette di avere un punto da cui partire per risolvere il problema.
La prossima volta parleremo di come smettere di procrastinare.